giovedì 3 dicembre 2020

MIGUEL SERRANO CAMINA HACIA LA ERMITA/MIGUEL SERRANO CAMMINA VERSO L'EREMO

de/di Carlos Almonte

(trad. Marcela Filippi)


Un ciruelo

emplaza al aire su clemencia;

reuniría en el abismo seis canciones de epopeya,

sangre mártir y el vocablo entumecido...

Impronunciable.


No hay más sombra que una higuera,

bajo el sol del cielo austral,

donde el clima se confunde 

y el dorado pórtico se abre.


Pléyade misericorde,

cantos faunos diminutos, 

y el destino heroico en resistencia.


Es la ley de algunos disentidos.

Es la senda oscura, trágica en segundos,

inasible hacia el final.


Una y otra vez 

el murmullo ahora vacío:

Hoy la muerte ya no existe.



Un pruno

invoca la sua clemenza all'aria;

riunirebbe nell'abisso sei canzoni leggendarie,

sangue martire e il vocabolo intorpidito ...

Impronunciabile.


Non c'è che l'ombra di un fico

sotto il sole del cielo australe,

dove il clima si confonde

e il portico dorato si apre.


Pleiade misericorde,

canti di fauni minuscoli

e il destino eroico in resistenza.


È la legge di alcuni dissidenti.

È il sentiero oscuro, tragico in secondi,

sfuggente verso la fine.


Una e più volte

il mormorio ora è vuoto:

oggi la morte non esiste più.


N.B.: Questa poesia fa riferimento a un episodio narrato da Miguel Serrano nelle sue memorie. Egli racconta che in un punto, lungo il suo cammino, una volta fu assalito da alcuni banditi e, miracolosamente, il suo cavallo lo trascinò verso una gola dove fu al sicuro. Poiché i cavalli dei banditi non osarono arrivare fino a quell'altezza (ecco perché "il portico dorato si apre"), il filosofo e scrittore cileno fu salvo. Carlos Almonte è passato in quel punto preciso dove si trovava quell'eremo fino a pochi anni fa, e si è fermato, senza conoscerne la storia. Sembrava una costruzione molto enigmatica, lì, in mezzo al nulla, fatta costruire in segno di gratitudine a qualche santo o vergine. 


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