de/di Alejandro Oliveros
(trad. Marcela Filippi)
"No hay noches tan oscuras como las de Siracura.
Aquí, en estas costas de Jónico rumoroso,
el anochecer es un espacio coagulado,
una sombra movediza que nos envuelve lentamente.
Retirado en la orilla pedregosa, he dejado
de sentir a Atenas como patria. No llevaría
otra vez mis huesos a Salamina, a provocar
la afilada codicia del persa innumerable.
La vejez no reserva para mí más gloria
que esta agua con su cielo estremecido
y el recuerdo borroso de mujeres y amigos.
Son estos días de fingimiento y adulancias.
También los dioses envejecen. La gente ha olvidado
a Delfos y los rituales de la Pita. No atienden
sus palabras. Se preparan para aceptar nuevos
cultos, profetas crucificados y santos menesterosos.
El atroz Dioniso fue desterrado y ésta ha sido
mi desgracia. Los tiempos exigen una tragedia
sin violencias ni suicidios, un texto liviano,
que divierta, exento de grandes horrores y espantos.
Son muchas las cosas que viven sus últimos días.
Casandra enloquecida cruza para siempre el umbral
de la nostalgia y el sueño. Helena ya no podrá atraer
con sus senos de nieve al visitante inquieto.
Son muchas las cosas que viven sus últimos días".
Ahora tú y yo caminamos hacia la noche juntos.
No volverás a dejar tu mirada en las sagradas
murallas de Atenas. Yo he de morir separado,
entre resplandores y bochornos de mi trópico natal.
"Non ci sono notti così oscure come quelle di Siracusa.
Qui, su queste rumorose coste dello Ionio,
la sera è uno spazio coagulato,
un'ombra in movimento che ci avvolge lentamente.
Ritiratomi sulla riva sassosa, ho smesso
di sentire Atene come patria. Non porterei
di nuovo le mie ossa a Salamina, per provocare
la sottile avidità dell'innumerabile persiano.
La vecchiaia non riserva per me altra gloria
che quest'acqua con il suo cielo scosso
e il ricordo nebuloso di donne e amici.
Sono giorni questi di finzione e di lusinghe.
Anche gli dei invecchiano. La gente ha dimenticato
Delfi e i rituali della Pitia. Non accolgono
le loro parole. Si preparano ad accettare nuovi
culti, profeti crocifissi e santi bisognosi.
L'atroce Dioniso fu cacciato e questa è stata
la mia disgrazia. I tempi esigono una tragedia
senza violenze né suicidi, un testo leggero,
che diverta, esente da grandi orrori e paure.
Sono molte le cose che vivono i loro ultimi giorni.
Cassandra impazzita attraversa per sempre la soglia
della nostalgia e del sogno. Elena non potrà più attrarre
con i suoi seni di neve il visitatore irrequieto.
Sono molte le cose che vivono i loro ultimi giorni ".
Ora tu ed io camminiamo verso la notte insieme.
Non lascerai di nuovo il tuo sguardo sulle sacre
mura di Atene. Io dovrò morire diviso,
tra bagliori e arsure del mio tropico natale.
(de Magna Grecia, 1999)
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