de Jorge Luis Edgar Borges
(trad. Marcela Filippi)
Yo que soy el que ahora está cantando
seré mañana el misterioso, el muerto,
el morador de un mágico y desierto
orbe sin antes ni después ni cuándo.
Así afirma la mística. Me creo
indigno del Infierno o de la Gloria,
pero nada predigo. Nuestra historia
cambia como las formas de Proteo.
¿Qué errante laberinto, qué blancura
ciega de resplandor será mi suerte,
cuando me entregue el fin de esta aventura
la curiosa experiencia de la muerte?
Quiero beber su cristalino Olvido,
ser para siempre; pero no haber sido.
Io che sono quello che ora sta cantando
sarò domani il misterioso, il morto,
l’abitante di un magico e deserto
orbe senza un prima né un dopo né un quando.
Così afferma la mistica. Credo d’essere
indegno dell’Inferno o della Gloria,
ma nulla predico. La nostra storia
cambia come le forme di Proteo.
Quale errante labirinto, quale biancore
cieco di splendore sarà la mia sorte,
quando la fine di quest’avventura mi darà in consegna
la curiosa esperienza della morte?
Voglio bere il suo cristallino oblio,
essere per sempre; e tuttavia non essere stato.
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