venerdì 12 giugno 2020

HORIZONTES/ORIZZONTI

de/di Pablo Guerrero Cabanillas
(trad. Marcela Filippi)
Me acerco al horizonte y ya no está.
Huye como rebaño de gacelas sorprendidas.
Siempre está allí el horizonte, en el lugar exacto a donde
no se llega.
O a la espalda, en el lugar oculto donde vive lo que
nunca ha existido,
lo que no tuvo forma.
Conozco a quien logró alcanzarlo y atravesar sus gasas.
Se miró en el espejo donde muere la muerte
para ser la mirada de lo recién nacido.
Donde brilla la belleza encadenada con cantares primeros.
Donde sigue latiendo la palabra, que reza
a través del sussurro de los palmerales.
Mi avvicino all'orizzonte e già non c'è più.
Fugge come un gregge di gazzelle sorprese.
L'orizzonte è sempre lì, nell’esatto punto dove
non si arriva.
O a tergo, nel luogo nascosto dove vive ciò
che non è mai esistito,
ciò che non ha avuto forma.
Conozco chi è riuscito a raggiungerlo e ad attraversare le sue garze.
Si guardò allo specchio dove muore la morte
per essere lo sguardo di ciò che è appena nato.
Dove brilla la bellezza incatenata con primi cantari.
Dove continua a pulsare la parola, che prega
attraverso il sussurro dei palmeti.
(de El portador de sonidos, Maia ediciones 2017)

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