de/di Eugenio Montejo
(trad. Marcela Filippi)
Alguna vez escribiré con piedras,
midiendo cada una de mis frases
por su peso, volumen, movimiento.
Estoy cansado de palabras.
No más lápiz: andamios, teodolitos,
la desnudez solar del sentimiento
tatuando en lo profundo de las rocas
su música secreta.
Dibujaré con líneas de guijarros
mi nombre, la historia de mi casa
y la memoria de aquel río
que va pasando siempre y se demora
entre mis venas como sabio arquitecto.
Con piedra viva escribiré mi canto
en arcos, puentes, dólmenes, columnas,
frente a la soledad del horizonte,
como un mapa que se abra ante los ojos
de los viajeros que no regresan nunca.
Una volta scriverò con pietre,
misurando ognuna delle mie frasi
per il loro peso, volume, movimento.
Sono stanco delle parole.
Niente più matita: impalcature, teodoliti,
la nudità solare del sentimento
tatuando nella profondità delle rocce
la sua musica segreta.
Disegnerò con linee di sassi
il mio nome, la storia della mia casa
e la memoria di quel fiume
che scorre sempre e tarda
nelle mie vene come saggio architetto.
Con pietra viva scriverò il mio canto
su archi, ponti, dolmen, colonne,
di fronte alla solitudine dell'orizzonte,
come una mappa che si apre davanti agli occhi
dei viaggiatori che non tornano mai.
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