de/di Javier Lostalé
(trad. Marcela Filippi)
No tienen memoria las nubes,
su tránsito de espejo en vuelo
se consuma en libertad de luz cambiante.
Apenas necesitamos levantar los ojos
para sentir el leve peso de sus formas,
tan ignorantes de nuestro desvelo
como de la soledad pequeña de unos pasos.
Ángeles insomnes de claridades y tormentas
queman las nubes el pecho adolescente
con su sofoco tibio de pajar.
Y si un viento de sombras las cruza
tiemblan navíos fantasma en cada ventanal
mientras al fondo manos maternas
se posan en un silencio azul.
Oro de sueños siempre en vilo
depositan las nubes en el corazón más solitario,
y el nadador cruza el río
en su propia constelación cegado.
A su paso las torres resumen
la tensión íntima del paisaje,
y entre valles el aire más alto
irradia su secreto.
En su luciente desvanecimiento
las nubes nos ignoran,
pero hay en ellas un fugitivo soplo carnal
que nos anuda sin tiempo ni destino
a la universal pulsación de lo aún no concebido.
Non hanno memoria le nuvole,
il loro transito è uno specchio in volo
si consuma nella libertà di luce variabile.
C’è bisogno appena di alzare gli occhi
per sentire il lieve peso delle sue forme,
così ignorante della nostra insonnia
così come la piccola solitudine di alcuni passi.
Angeli vigili di chiarori e tempeste
bruciano le nuvole il petto adolescente
col loro tiepido affanno di paglia.
E se un vento di ombre le attraversa
tremano navi fantasma in ogni finestra
mentre in fondo mani materne
si posano su un silenzio blu.
Oro di sogni sempre sospeso
depositano le nuvole nel cuore più solitario,
e il nuotatore attraversa il fiume
nella propria costellazione accecato.
Al loro passaggio le torri riassumono
l'intima tensione del paesaggio,
e tra le valli l'aria più alta
irradia il suo segreto.
Nel loro lucente dissolversi
le nuvole ci ignorano,
ma c'è in loro un fuggitivo soffio carnale
che ci annoda senza tempo né destino
alla pulsazione universale di ciò che non è ancora concepito.
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