martedì 11 novembre 2025

SOBRE UN POEMA DE JOHN DONNE/SU UNA POESIA DI JOHN DONNE

de/di Luis Alberto de Cuenca
(trad. Marcela Filippi)

Siendo tú mi enemiga, que lo eres,
no deseo otra cosa en esta vida
que combatir y pelear contigo.
Pero los combatientes, como en Grecia,
deben luchar desnudos. Quítate
el ceñidor que oculta, pudoroso,
la bóveda celeste de tus senos.
Y también el corsé, que tanto envidio
porque se pega a ti como si fuese
un ser vivo. Y permite que tu pelo,
desmelenado, viaje como un río
de oro hasta la cama, nuestro templo
de amor y nuestro campo de batalla.
Poco a poco, tu carne se revela
al caer tu vestido como un deus
ex machina al final de una tragedia
de Eurípides, como un prado florido
entre colinas suaves y redondas.
Permite que mis manos te acaricien
por detrás, por delante, arriba, abajo.
Mi América, mi tierra conquistada,
mi mina de diamantes, mi castillo
inexpugnable, mi jardín sin horas.
Feliz soy descubriéndote y gozándote,
siendo tu dueño y a la vez tu esclavo.
Donde mi mano cae, dejo mi sello.
¡Fuera esas prendas últimas! ¡Sitúate
más allá de la línea que separa
la virtud del pecado y muéstrate
como naciste, libre de abalorios!
Mírame: yo también estoy desnudo.
Para tu desnudez, ¿qué mejor sábana?


Poiché sei mia nemica, e lo sei,
non desidero altro in questa vita
che combattere e litigare con te.
Ma i combattenti, come in Grecia,
devono lottare nudi. Togliti
la cintura che nasconde, pudicamente,
la volta celeste dei tuoi seni.
E anche il corsetto, che tanto invidio
perché ti aderisce come se fosse
un essere vivente. E lascia che i tuoi capelli,
sciolti, scorrano come un fiume
d'oro verso il letto, nostro tempio
d'amore e nostro campo di battaglia.
A poco a poco, la tua carne si svela
mentre il tuo vestito cade come un deus 
ex machina alla fine di una tragedia
di Euripide, come un prato fiorito
tra colline dolci e tondeggianti.
Lascia che le mie mani ti accarezzino
da dietro, davanti, sopra, sotto.
La mia America, la mia terra conquistata,
la mia miniera di diamanti, il mio castello 
inespugnabile, il mio giardino senza tempo.
Sono felice scoprendoti e godendo di te,
di essere il tuo padrone e allo stesso tempo il tuo schiavo.
Dove la mia mano cade, lascio la mia impronta.
Via quegli ultimi indumenti! Collocati
oltre la linea che separa
la virtù dal peccato e fatti vedere
come sei nata, libera da fronzoli!
Guardami: anch'io sono nudo.
Per la tua nudità, quale miglior lenzuolo?


 (De Ala de cisnePremio Reina Sofía 2025. Colección Visor de poesía, mayo)

 

LA SEMILLA DEL REINO/IL SEME DEL REGNO

de/di Basilio Sánchez
(trad. Marcela Filippi)

Una palabra sola.

Una palabra sola
que preserve en nosotros
la abrasión del espíritu.

Una palabra sola
que pueda soportar sobre sí misma
la carga intolerable de su propio sentido.

Una palabra sola,
una frase de aliento
escrita sobre un muro
al final de la calle por la que abandonamos,
cuando está oscureciendo,
cuando todo lo damos por perdido,
nuestra antigua ciudad.



Una sola parola.

Una sola parola
che preservi in noi
l'abrasione dello spirito.

Una sola parola
che possa sopportare su se stessa
l'intollerabile carico del proprio senso.

Una sola parola,
una frase di incoraggiamento
scritta su un muro
alla fine della strada lungo la quale abbiamo abbandonato,
quando comincia a fare buio,
quando pensiamo che tutto sia perduto,
la nostra antica città.


(De El baile de los pájatos. Editorial Pre-Textos, 2023) 

LA TAREA/IL COMPITO

de/di Alfonso Brezmes
(trad. Marcela Filippi)

Dadme siete días
con sus correspondientes noches
y escribiré el mundo.

Dadme un solo instante
con su infinita abundancia
y os cerraré los ojos
para que podáis ver.


Datemi sette giorni
con le corrispettive notti
e scriverò il mondo.

Datemi un solo istante
con la sua infinita abbondanza
e vi chiuderò gli occhi
affinché possiate vedere.


                  (De Es tiempo. Editorial La Garúa, 2022)

 

lunedì 10 novembre 2025

Y SUS COSAS /E LE SUE COSE

de/di María Victoria Atencia
(trad. Marcela Filippi)

ArribaAunque no estoy confusa
y bien sé quién me llama y quién me espera,
cerrados los postigos por mi estancia en el cuarto
y la pesada carga de mi insignificancia,
sin silencio de dios, sin siquiera un murmullo,
pero tan cerca su manera de expresarse
en un ramo de clivias o dombeyas, o en un cesto
de mimbre; un canastillo de frambuesas o moras.
Dios es dios y sus cosas y, como el fuego, sueña
construir como fuego cuanto tiene en las manos.


Sebbene non sia confusa,
e so bene chi mi chiama e chi mi aspetta,
chiuse le imposte per la mia permanenza nella stanza
e il gravoso peso della mia insignificanza,
senza il silenzio di Dio, senza nemmeno un bisbiglio,
ma così vicino il suo modo di esprimersi
in un mazzo di clivie o dombeya, o in un cesto 
di vimini; un cestello di lamponi o di more.
Dio è Dio e le sue cose e, come il fuoco, sogna
di costruire come il fuoco tutto ciò che ha nelle mani.


(De Una luz imprevistaPoesía completa.Catedra Letras Hispánicas,2021)


 

sabato 8 novembre 2025

PALABRAS PARA UN MENDIGO DESCONOCIDO/PAROLE PER UN MENDICANTE SCONOSCIUTO

de/di Karmelo C. Iribarren
(trad. Marcela Filippi)

He pasado esta mañana
por el subterráneo,
a la hora de siempre, 
pero no estabas.
En tu lugar, donde vivías
y bebías desde hace algunos meses,
sobre un pequeño pedazo
de cartón, junto a una triste vela
exánime, podían leerse
estas palabras: «La muerte
de cada ser humano
debería importarle a alguien».
Sólo son eso, palabras, lo sé,
y además llegan tarde.
Pero he pensado
que las querrías conservar.



Stamane sono passato 
nel sotterraneo
all'ora di sempre,
ma tu non c'eri.
Nel tuo posto, dove vivevi
e bevevi da qualche mese,
su un piccolo pezzo
di cartone, accanto a una triste candela
esanime, si potevano leggere 
queste parole: «La morte
di ogni essere umano
dovrebbe importare a qualcuno».
Sono soltanto questo, parole, lo so,
e per di più giungono tardi.
Ma ho pensato
che avresti voluto conservarle.


(De La frontera y otros poemas. Calle del aire,173 Renacimiento, 2018)

 

UN CUADRO DE HOPPER/UN QUADRO DI HOPPER

de/di Rodolfo Serrano
(trad. Marcela Filippi)

Habitación con frío y la tristeza
de una pareja a solas por la noche.
Hoteles sin papeles y sin nombres.
Sin palabras apenas ni futuro.

Adoras el color del tiempo viejo.
Con la cama deshecha y con la ropa
tirada, abandonada en la moqueta.
(Por el pasillo se escuchan tenues voces).

Discreta la pasión. Noche discreta.
Imaginados sueños. Los amores
brillando suavemente en el espejo
del baño blanco y frío de quirófano.

La soledad de dos. Todo en silencio
después del amor fiero. Y una cierta
desolación de cuerpos en penumbra.
Un acre olor a sexo por el aire.

Una ciudad de la que nada ya recuerdas.
Con puertos o estaciones en la niebla.
Asfalto reluciente por la lluvia
que no deja de caer misericorde.

Bares abandonados a esa hora
en que la madrugada es dura y fría.
Y alguien está esperando no se sabe
si un nombre o la luz de la mañana. 

Desde el balcón abierto se divisa
una plaza sin gente y sin latidos.
Intermitente, una luz roja de neones. 
El odioso destello de ambulancias. 

Ya no puedes dormir. Una mirada
al cuerpo que está al lado, 
en el revuelto lecho. Un cigarrillo.
Sentarte en un café mientras despierta.

Levantarte. Y mirar. Y convencerte
de que vives en un cuadro de Hoper.
Y no te has dado cuenta. 


Stanza con freddo e la tristezza
di una coppia sola di notte.
Alberghi senza documenti e senza nomi.
Senza parole né futuro.

Adori il colore del tempo vecchio.
Con il letto sfatto e i vestiti
sparsi, abbandonati sulla moquette.
(Lungo il corridoio si sentono voci tenui).

Discreta la passione. Notte discreta.
Sogni immaginati. Gli amori
che brillano soavemente nello specchio
del bagno bianco e freddo da sala operatoria.

La solitudine di due. Tutti in silenzio
dopo l'amore infiammato. E una certa
desolazione di corpi in penombra.
Un odore acre di sesso nell'aria.

Una città di cui non ricordi più nulla.
Con porti o stazioni avvolti nella nebbia.
Asfalto sfavillante per la pioggia
che non smette di cadere misericorde.

Bar abbandonati a quell'ora
quando l'alba è dura e fredda.
E qualcuno aspetta, non si sa
se un nome o la luce del mattino.

Dal balcone aperto, si scorge
una piazza senza gente e senza fremiti.
Intermittente, una luce rossa al neon.
L'odioso bagliore delle ambulanze.

Non riesci più a dormire. Uno sguardo
al corpo accanto a te,
sul letto sottosopra. Una sigaretta. 
Seduto a un bar mentre si sveglia.

Alzarti. E guardare. E convincerti
di vivere in un quadro di Hopper.
E non te ne sei reso conto.

                     (De El frío de los días. Hoy es siempre ediciones, Madrid 2021)

 

venerdì 7 novembre 2025

UNA MADRE A GAZA NON DORME

di NI'ma Hassan

Una madre a Gaza non dorme...
Ascolta il buio, ne controlla i margini, filtra i suoni uno ad uno
per scegliere una storia che le si addica,
per cullare i suoi bambini.
E dopo che tutti si sono addormentati,
si erge come uno scudo di fronte alla morte.
Una madre a Gaza non piange.
Raccoglie la paura, la rabbia e le preghiere nei suoi polmoni,
e attende che finisca il rombo degli aerei,
per liberare il respiro.
Una madre a Gaza non è come tutte le madri.
Fa il pane con il sale fresco dei suoi occhi...
e nutre la patria con i suoi figli.

                    (Da Il loro grido è la mia voce. Fazi Editore, 2025)