de/di Manuel López Azorín
(trad. Marcela Filippi Plaza)
El dolor verdadero no hace ruido,
no sangran las heridas del espíritu.
Es tiempo de asumir
la realidad que obliga y enriquece
aun con la herida que hiere
silenciosa por dentro.
Recuerda que esa herida
que es producto de un daño,
produjo este poema que puede liberarnos.
Hay que aceptar que somos vulnerables
en lugar de negarnos.
En silencio, sin ruido, saboreando el tiempo,
día a día sabiendo
que el instante es la vida
lo porvenir es sueño y es recuerdo el pasado.
(La rosa es hermosura, también fragilidad,
sus espinas defienden su belleza
su color y su aroma, su efímera existencia).
En esta rosa escrita,
eterna ensoñación hay de alborada.
Il vero dolore non fa rumore,
non sanguinano le ferite dello spirito.
È tempo di assumere
la realtà che obbliga e arricchisce
finanche con la ferita che ferisce
silenziosa da dentro
Ricorda che quella ferita
che è prodotto di un danno,
ha prodotto questa poesia che può liberarci.
Bisogna accettare che siamo vulnerabili.
invece di negarci.
In silenzio, senza rumore, assaporando il tempo,
giorno dopo giorno sapendo
che l'istante è la vita
ciò che verrà è sogno e il passato è ricordo.
(La rosa è bellezza, anche fragilità,
le sue spine difendono la sua bellezza
il suo colore e il suo profumo, la sua effimera esistenza).
In questa rosa scritta,
eterno sogno ce n'è di alba.
(De BALUARTES Y VIOLINES. Lastura Ediones, 2023)
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