domenica 14 maggio 2023

DE LOS EXTRAÑOS/ DEGLI ESTRANEI

de/di  Luis Miguel Rabanal
(trad. Marcela Filippi)

No es difícil advertir en el hombre recostado 
un río profundo que surca su memoria y lo traslada 
al tiempo sin fatigas que alguna vez sufrió en su carne, 
como un estrépito. 
Es el atardecer quien padece su fiereza y es la huida 
que culmina en un escondite del paisaje 
de su edad devastada. 

Reconoce a quien tras las moreras vaticina su mal, 
se dan las buenas tardes y sonríe por la incrédula 
mano mugrienta del niño que hoy no puede ser 
amigo suyo. 
Hay vencejos dementes que gritan de contento a su lado 
y se diría que es tarde y que la vida se nos simboliza 
tortuosa, pero también magnánima. 
Importa conocer su celebración de lo diverso 
y no tanto su manía de hacerse ensordecer por los globos 
añiles del poniente, y no tanto su desenvoltura 
de individuo que ha sido abordado por el daño 
escrupuloso, el de haber vivido muy secretamente 
la soledad con el tedio aromatizado 
en las noches de hierbabuena y escarcha. 
No basta con nombrar su pasado de muchacho 
que duerme en el duro borde del alcohol 
sin apenas quererlo. 

Que nos diga quién fue, como si el lamentarlo 
nos transportase a otro mundo cruel y no por ello 
más definitivo. 

II 
Se parece a los inviernos, con su voz de trapo ronca 
y la paciencia indescriptible del anciano. 
Al dormirse le cierran la ventana para que no sueñe 
con el frío y se ovilla lo mismo que el cobarde cuando dan 
la hora, la del principio de todo. 
La más maravillosa y la más triste.


I
Non è difficile avvertire nell'uomo coricato
un fiume profondo che solca la sua memoria e lo trasporta
al tempo senza fatiche che un dì patì nella sua carne,
come uno strepito.
È il tramonto che soffre la sua spietatezza ed è la fuga
che culmina in un nascondiglio del paesaggio
della sua età devastata.

Riconosce chi dietro i gelsi predice il suo male,
si dicono buona sera e sorride per l'incredula
mano sudicia del bambino che oggi non può essere
suo amico.
Ci sono rondoni dementi che gridano di felicità accanto a lui
e si direbbe che questa sera, che la vita ci viene simboleggiata
in modo tortuoso, ma anche magnanimo.
Importa conoscere la sua celebrazione di ciò che è diverso
e non tanto della sua mania di farsi stordire dai palloni
indaco del ponente, e non tanto della sua disinvoltura
di persona che è stata urtata dal danno 
scrupoloso, quello di aver vissuto molto segretamente
la solitudine col tedio aromatizzato
nelle notti di menta e di brina.
Non basta non nominare il suo passato da ragazzo
che dorme sul bordo duro dell'alcol
senza neanche desiderarlo.

Che ci dica chi è stato, come se il dispiacersi
ci trasportasse in un altro mondo crudele e non per questo
più definitivo.

II
Somiglia agli inverni, con la sua voce di straccio rauca 
e la pazienza indescrivibile dell'anziano.
Quando si addormenta gli chiudono la finestra affinché non sogni
col freddo e si raggomitola come il codardo quando scandisce
l'ora, quella del principio di tutto.
La più meravigliosa e la più triste.



                                                         (Del libro Que llueva siempre. Huerga & Fierro editores)

 

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