de/di Javier Lostalé
(trad. Marcela Filippi)
Tiene el solitario toda la luz dentro,
por eso se convoca a noche perpetua
sin dejar nunca de amanecer.
Núbil vive en el astro quieto de su sueño,
hundido su corazón en latitud sin orillas.
Exiliado fiel a su propio destino
mide lo infinito mediante latidos,
y redime tanta ausencia
con un adviento de sombras en calma.
Abre surcos el pensamiento del solitario
hasta tocar el embrión de lo iluminado,
y cada uno de sus deseos
se consuma en la vigilia con pulso
de un hondo ser sin nadie.
Desclavado de cualquier respiración
sabe llenar su pecho de mareas silenciosas,
y su meta está siempre en la partida.
Sin firmamento se desnuda el solitario
mientras es amado por lo que no existe.
Su destino es renacer
en la sorda transparencia del olvido.
Ha il solitario tutta la luce dentro,
per questo convoca sé stesso a notte perpetua
senza far mai finire d’albeggiare.
Nubile vive nel quieto astro del suo sonno,
piantato il suo cuore in latitudine senza sponde.
Fedele esiliato al proprio destino
misura ciò che è infinito attraverso i battiti,
e redime tanta assenza
con un avvento di ombre in quiete.
Apre solchi il pensiero del solitario
fino a toccar l'embrione dell’illuminato,
e ciascun dei suoi desideri
si consuma nella veglia con polso
di un profondo essere senza nessuno.
Affrancato da qualsiasi respiro
sa riempirsi il petto di maree silenziose,
e la sua meta è sempre nella partenza.
Senza firmamento si denuda il solitario
mentre è amato da ciò che non esiste.
Il suo destino è rinascere
nella sorda trasparenza dell'oblio.