de/di Aurora Luque
(trad. Marcela Filippi)
Cómo decirle al Tiempo que desande los pasos
y nos vuelva a entregar lo que nunca fue suyo:
el fulgor de un milagro, la limpia mordedura
de la dicha en la carne, la piel en plenilunio.
Cómo decirle al Tiempo que el otoño es mentira
y que la vida puede valer lo que una noche
de julio solamente porque tuvo el deseo
el ardor excesivo de una piel de sirena.
Cómo pedirle al Tiempo que nos lleve desnudos
al fondo de la noche, la mutua encrucijada
a desmentir la muerte con la ebriedad concisa
de saberse elegidos y elegir el fracaso.
Cómo pedirle al Tiempo que nos deje siquiera
una memoria blanda que registre los ecos,
los olores, la risa, la intuición dolorosa
del temblor que sentimos como un dios pasajero.
Come dire al Tempo di tornare sui suoi passi
e ci restituisca ciò che non è stato mai suo:
il fulgore di un miracolo, il morso limpido
della gioia nella carne, la pelle in plenilunio.
Come dire al tempo che l'autunno è menzogna
e che la vita può valere quanto una notte
di luglio solo perché ha avuto il desiderio
l'ardore eccessivo di una pelle da sirena.
Come chiedere al Tempo di condurci nudi
al fondo della notte, il mutuo dilemma
di negare la morte con la sobria ebrezza
di sapersi eletti e di scegliere il fallimento.
Come chiedere al Tempo di lasciarci almeno
una memoria blanda che registri gli echi,
gli odori, le risate, l'intuizione dolorosa
del tremore che sentiamo come un dio passeggero.
(De Carpe amorem. Renacimiento, 2021)
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