de/di Freddy Castillo Castellanos
(trad. Marcela Filippi)
No sé bien si trata de un capricho
o de otra forma musical. Su ausencia
es un estilo fugado de mi sueño
que espera una luz de esa mirada.
Se trata también d este desnudo
corazón, consciente en su desvelo.
¿Qué busca aquel que en el desvelo
mueve su mano a ritmo de capricho,
preguntándole a algún desnudo
astro, si en las noches de ausencia
otras manos convocan la mirada
que todavía se escapa de sueño?
Porque también se trata de un sueño
persistente y febril en su desvelo,
que persigue con fervor una mirada,
una mirada que brote del capricho
(o del deseo de conjurar la ausencia)
y cante sola desde el papel desnudo.
A ratos interrogo en el desnudo
folio donde respiro, callo y sueño.
Y como un vago signo de ausencia
que se cubre, aflora en el desvelo,
bajo las alas del frágil capricho,
el lejano fulgor de su mirada.
Pero es un espejismo la mirada
en el espejo letal de tu desnudo
oficio, una nota más de ese capricho
que engaña de nuevo con el sueño.
No es posible salir de ese desvelo
de arideces rituales y de ausencia.
La poesía adviene como ausencia
y a pocos prodiga su mirada.
Un lezamiano súbito en desvelo
a veces esplende en el desnudo
horizonte del despierto sueño
y luce, al fin, saciado mi capricho.
Mas, su capricho es ser la ausencia
y se borra el sueño y la mirada
y me vuelvo desnudo a mi desvelo.
Non so bene se si tratti di un capriccio
o di altra forma musicale. La sua assenza
è uno stile fuggito dal mio sogno
che aspetta una luce da quello sguardo.
Si tratta altresì di questo nudo
cuore, cosciente nella sua veglia.
Cosa cerca colui che nella veglia
muove la sua mano a ritmo di capriccio,
domandando a qualche nudo
astro, se nelle notti di assenza
altre mani convocano lo sguardo
che ancora scappa da un sogno?
Perché si tratta anche di un sogno
persistente e febbrile nella sua veglia,
che insegue con fervore uno sguardo,
uno sguardo che germogli dal capriccio
(o dalla voglia di scongiurare l'assenza)
e canti solo dalla carta nuda.
A tratti mi interrogo nel nudo
foglio dove respiro, taccio e sogno.
E come un vago segno di assenza
che si copre, emerge nella veglia,
sotto le ali del fragile capriccio,
il lontano fulgore del suo sguardo.
Ma è un miraggio lo sguardo
nello specchio letale del tuo nudo
uffizio, altra nota di quel nudo capriccio
che inganna di nuovo con il sogno.
Non è possibile uscire da quella veglia
di aridità rituali e di assenza.
La poesia avviene come assenza
e a pochi prodiga il suo sguardo.
Un repentino lezamiano in veglia
qualche volta risplende nel nudo
orizzonte del rianimato sogno
e mostra, alla fine, sazio il mio capriccio.
Ma il suo capriccio è essere l'assenza
e si cancella il sogno e lo sguardo
e mi volgo nudo alla mia veglia.