giovedì 23 novembre 2017

MNEMÓSINE/MNEMOSINE

(trad. Marcela Filippi)

La memoria y el azar poseen hilos secretos que se cruzan en su lugar predilecto: el laberinto.
La memoria tiene pasadizos ocultos, pero no se pierde. Tú te pierdes en ella. Perder la memoria, en realidad, es perderse en la memoria. Es perder su hilo.
La memoria también es un bosque. Sus árboles, a veces, no te dejan verla. Procura siempre alcanzar un claro en su interior y trata de leer desde allí a María Zambrano, como quien celebra un ritual arcaico.
La memoria tiene vida propia. Tú no la tienes. Ella te tiene a ti.
La memoria tiene más futuro que pasado, aunque contenga todos los pasados.
La memoria puede ser silenciosa e invisible, pero está ahí, más viva que nunca, acechándote.
Cuando la memoria habla, tú callas. Cuando la memoria calla, tú ni hablas ni escribes. Te dejas llevar por su rumor.
La memoria no escribe hoy porque lo escribió todo mañana.
La memoria atesora personajes que parecen perdidos para siempre. Un día, que puede ser hoy, uno de esos personajes aparece y te dice lo que nunca se atrevió a decirte hace décadas. Son las viejas celadas de Mnemósine, madre de todas las musas.
La memoria se detiene algunas veces y rememora. Después vuelve con más bríos y te inunda.
La memoria es una mañana en el mar porque dos amantes escuchan el aria de las Bachianas brasileiras Nro. 5 de Villalobos.
La memoria es un territorio infinito, un légamo que no termina.
Pero la memoria suele dislocar su brújula y se va al pasado, por irse al futuro.
Se equivocó la memoria. Se equivocaba.

La memoria e il caso possiedono fili segreti che si intersecano nel loro luogo prediletto: il labirinto.
La memoria ha passaggi occulti, ma non si perde. Tu ti perdi in essa.Perdere la memoria, in realtà, è perdersi nella memoria. E’ perdere il suo filo.
La memoria è anche un bosco. I suoi alberi, a volte, non ti permettono di vederla.
Procura sempre di raggiungere una radura al suo interno e cerca di leggere da lì
Maria Zambrano, come chi celebra un rituale arcaico.
La memoria ha vita propria. Tu non ce l'hai. Lei ha te.
La memoria ha più futuro che passato, sebbene contenga tutti i passati.
La memoria può essere silenziosa e invisibile, ma è lì, più che mai a braccarti.
Quando la memoria parla, tu taci. Quando la memoria tace, tu non parli né scrivi. Ti lasci trasportare dai suoi rumori.
La memoria non scrive oggi perché ha scritto tutto domani.
La memoria raccoglie personaggi che sembrano perduti per sempre. Un giorno, che può essere oggi, uno di quei personaggi appare e ti dice ciò che non ha mai osato dirti dadecadi. Sono le vecchie insidie di Mnemosine, madre di tutte le muse.
La memoria qualche volta si ferma e rimembra. Dopo torna con più brio e ti inonda.
La memoria è una mattina al mare perché due amanti ascoltano l'aria delle Brachianas Brasileiras nro 5 di Villa-Lobos.
La memoria è un territorio infinito, un limo che non finisce.
Ma la memoria di solito disloca la sua bussola e se ne va al passato, per andare al futuro.
Si è sbagliata la memoria. Si sbagliava.

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